Letture 2012 | |
Miti e dei dell'India |
L’Uno, senza gradazioni di colore, si manifesta attraverso un disegno segreto, multicolore, effetto del suo molteplice potere. Che l’Essere risplendente, in cui si dissolvono i mondi e da cui un giorno rinasceranno, ci conceda la luce dell’intelligenza.
Shvetashvatara Upanishad
Poche religioni appaiono a noi occidentali tanto complesse come quella antichissima dell’India. Dèi innumerevoli, saghe complicate, cerimonie apparentemente incomprensibili. Davanti allo svilimento di un pensiero religioso diventato puramente dogmatico, puritano e sociale non soltanto in Occidente ma persino nell’India moderna, questo libro propone la riscoperta di una mitologia simbolica, di una cosmologia che non separa religione, metafisica e scienza, di un più grande rispetto della libertà di essere e di pensare. Alain Daniélou, ci spiega come le migliaia di divinità che affollano il pantheon indiano siano in realtà soltanto personificazioni di qualità e attributi di un unico Dio che si manifesta nei molti: onnipresente e onnipervadente, ma pur sempre Uno, e al quale tende l’universo intero.
Alain Daniélou (1907-1994) è stato uno dei maggiori orientalisti del Novecento e musicologo insigne. Lasciata l’Europa nel 1937, visse per venticinque anni in India, dove apprese l’hindi e il sanscrito. Le sue ricerche furono rivolte in particolare alla musica classica indiana e al sistema ideologico e religioso dell’induismo. Fra le sue opere ricordiamo:I quattro sensi della vita, Musica dell’India del Nord, Il gregge degli Dèi.
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